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Navigante e Recruiter: una verità in comune - Iocap - People Empower Business
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Iocap - People Empower Business / Spunti e Riflessioni  / Navigante e Recruiter: una verità in comune
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Navigante e Recruiter: una verità in comune

Che cosa ci può insegnare un esploratore inglese del 1800 in materia di Recruiting? Di seguito una riflessione innovativa, seppur storica, su quello che vale davvero la pena approfondire in fase di selezione. L’esperienza sul campo di Shackleton ci rivela una grande verità.

Ernest Shackleton è stato un grande navigatore ed esploratore inglese di fine ‘800. Il padre lo voleva medico ma la sua passione era la navigazione e a soli 24 anni riuscì a diventare comandante di una nave mercantile. La sua irrequietezza lo portò presto lontano dalla noiosa routine dei trasporti navali e a 26 anni incominciò a partire per missioni antartiche.

Il primo giorno di agosto del 1914, 3 giorni prima dell’intervento in guerra dell’Inghilterra, Shackleton partì per il polo Sud con 27 uomini per la spedizione denominata Endurance, con lo scopo di attraversare a piedi per la prima volta il continente antartico. Una spedizione molto difficile e rischiosa che fu possibile solo grazie a fondi privati. Dopo qualche mese di viaggio in prossimità del polo la nave rimase incastrata nei ghiacci e per 10 mesi andò lentamente alla deriva fino ad affondare nell’ottobre del 1915. Erano passati 14 mesi tra temperature che oscillavano tra i -25 e -45 e tutto l’equipaggio si trovò bloccato sulla banchisa.  Trascinando a mano tre scialuppe di salvataggio si accamparono per altri 6 mesi su questo enorme blocco di ghiaccio e quando verso Aprile 1916, quasi 500 giorni dopo la partenza, il ghiaccio incominciò a sciogliersi si misero sulle barche per cercare di approdare su qualche isola in attesa di aiuti. Arrivati su uno scoglio disabitato e senza possibilità di esser ritrovati, il comandante Schackleton con altri 5 uomini prese la barca migliore e cercò di raggiungere una baleniera in Georgia del sud, a ben 1600Km dalla loro posizione. 6 uomini su una scialuppa nei mari polari per settimane. E ci riuscirono!

Camminando per altri 30km in terre inesplorate arrivarono finalmente alla stazione baleniera e da lì partirono i soccorsi che il 30 Agosto del 1916, 2 anni dopo, recuperarono il resto dell’equipaggio. 2 anni in condizioni estreme, impossibili da immaginare, eppure nessun membro dell’equipaggio morì. Nessun caso di ammutinamento e nessun caso di cannibalismo. 28 eroi che non passarono alla storia come avrebbero meritato, semplicemente perché il loro traguardo non fu raggiunto.

Shackleton per la sua impresa aveva bisogno di gente come lui, avventurieri e sopravvissuti, gente che sposava la causa e la loro vera passione. In nessun altro caso avrebbe potuto terminare la spedizione senza perdite. E quando si hanno le persone giuste, con gli stessi ideali, il successo arriva sempre. Ma come riuscì a selezionare questo fantastico equipaggio? Con un’inserzione sul Times. E non scrisse “cercasi equipaggio per un lavoro di prestigio, ottimo salario e riconoscimenti, grande possibilità di crescita” bensi “ cercasi uomini per un viaggio pericoloso, salario basso, freddo intenso, lunghi mesi di oscurità, pericolo costante, non garantito ritorno, onore e riconoscimenti in caso di successo”.

Nel mondo delle aziende non ci sono le condizioni estreme di questa storia, nessuno rischia la vita e spesso nessuno si sente veramente determinante per il successo di un business. Ma pensate come sarebbero diversi i risultati di un’azienda, il clima e la passione al suo interno, se la selezione delle risorse fosse fatta con il criterio Shackleton.

Non si assumono persone solo per le loro competenze, anzi si assumono soprattutto per le loro attitudini, le attitudini che ovviamente devono sposarsi con la cultura e gli ideali dell’azienda.  Ma quanti manager, imprenditori e Ceo sanno condividere ideali, ispirare le loro persone e hanno la passione e le idee chiare come Shackleton?

 

Chino Mozzon

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