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Vivian Maier - Iocap - People Empower Business
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Vivian Maier

È il 2007, quindici anni fa, quando un giovane agente immobiliare, figlio di un rigattiere, acquista a un’asta una scatola di negativi venduti come “Scatti su Chicago”. È in quel momento che ha inizio la scoperta del lavoro di Vivian Maier, bambinaia di alcune benestanti famiglie americane, che nel corso della seconda metà del Novecento ha scattato centinaia di migliaia di fotografie, tenendole unicamente per sé.

La figura enigmatica di Maier, di tata e contemporaneamente di pioniera della street photography del secolo scorso, continua ad affascinare e interessare appassionati e non da tutto il mondo. Nel 2013 John Maloof, autore della scoperta, decide di trasformare in un film la sua ricerca, diventando coregista del documentario Finding Vivian Maier.

Le strade di Chicago e New York erano “sue”: conosceva profondamente le vie del centro e le periferie, con la macchina fotografica a pozzetto che portava al collo sapeva “rubare” istanti, emozioni, sguardi sorpresi di bambini, di persone comuni, di barboni, di ricche signore.

Spesso ritraeva anche se stessa nel riflesso di una vetrina, in uno specchio, a volte mescolata con le figure di altri soggetti, altre volte era la sua ombra a convivere con lo spazio urbano rappresentato.

Per un periodo Vivian Maier intraprese un viaggio di 6 mesi per raccontare l’Egitto, l’Italia, la Francia, Manila, Bangkok, Pechino. Tornata a Chicago, morì in solitudine all’età di 83 anni.

La fama di Vivian, purtroppo postuma, si basa tanto su una lacunosa conoscenza della sua biografia quanto sulla potenza delle sue immagini; la sua vicenda rimane frammentaria per effetto della discontinuità di archivi pubblici e privati, delle barriere che Vivian stessa, con estremo rigore, aveva eretto attorno a sé. Negli anni, seppur occupata a tempo pieno dal proprio lavoro, è riuscita comunque a fare spazio per la propria arte, trovando un modo per comunicare col mondo attorno, anche se in forma segreta.

Oggi è molto comune sentir parlare di work-life balance, per indicare un equilibrio tra vita privata e lavorativa. Negli anni Cinquanta-Settanta forse non era così scontato. Vivian incarna l’esempio perfetto di come sia possibile modulare le proprie passioni e i propri doveri, per poter esprimere il proprio talento e la propria capacità di creare bellezza.

 

 

Foto: Helena Bezecna, Flickr

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